Gioco d’azzardo patologico
Questo testo è tratto da una mia pubblicazione dal titolo: “Omogeneità, gioco, azzardo“, in Gruppi Omogenei, S. Corbella, R. Girelli, S. Marinelli (a cura di), Borla, Roma, 2004.
Il gioco d’azzardo patologico è stato introdotto soltanto dalla terza edizione del DSM (nel 1980) all’interno dei disturbi del controllo degli impulsi. La definizione che ne da il DSM è: “Un comportamento persistente, ricorrente e maladattivo di gioco d’azzardo che compromette le attività personali, familiari o lavorative.” (American Psychiatric Association, 1994).
Anche se inserito nell’area dei Disturbi non “Classificati Altrove” del DSM, molti autori ritengono che il gioco d’azzardo patologico sia una vera e propria DIPENDENZA, che rientra nelle:
DIPENDENZE SENZA SOSTANZA O NUOVE DIPENDENZE
Le nuove dipendenza (dall’inglese New addiction) comprendono tutte quelle forme di dipendenza in cui non è implicato l’intervento di una sostanza chimica. L’oggetto della dipendenza è, invece, un comportamento o un’attività lecita e socialmente accettata. Fanno parte di queste dipendenze senza sostanza la DIPENDENZA DAL GIOCO, da DIPENDENZA DA INTERNET (INTERNET ADDICTION DISORDER), dal DIPENDENZA DAL SESSO, dal DIPENDENZA DAL CIBO, ecc.
Che cos’è una DIPENDENZA: con dipendenza si intende una condizione fisiologica di neuroadattamento prodotta dalla ripetuta assunzione di una sostanza, che necessita di continue somministrazioni per prevenire una sindrome di astinenza.
Per il GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO, per le DIPENDENZE DA INTERNET, dai VIDEOGIOCHI, dal SESSO si può parlare invece di una “dipendenza psicologica” che spinge la persona alla ricerca dell’oggetto, senza il quale l’esistenza diventa priva di significato. In questo termine si vuole racchiudere un po’ tutto il quadro fenomenologico della dipendenza, comprese le conseguenze negative che ne derivano, le quali invalidano la vita dell’individuo e lo portano al coinvolgimento sempre maggiore in questa spirale distruttiva.
Il riconoscimento di nuove forme di dipendenza nei confronti di attività (comportamentali) e non più solamente di sostanze chimiche, conferma l’ipotesi che si possa sviluppare una DIPENDENZA ANCHE SENZA L’USO DI SOSTANZE, un bisogno imprescindibile di mettere in atto dei comportamenti significativi, in assenza di una dipendenza fisica vera e propria.
I giocatori d’azzardo patologici, (ma potremmo applicare lo stesso schema anche per le le dipendenze da Internet, dal sesso, dal cibo, ecc.) hanno a che fare con:
Una difficoltà a controllare un impulso.
L’oggetto della dipendenza non è una sostanza chimica ma un comportamento.
I giocatori d’azzardo utilizzano in maniera eccessiva alcuni strumenti ludici legali e socialmente condivisi (oltre al videopoker o ai giochi del casinò, nei repertorio dei giocatori ci sono quelli di diffusione di massa come il lotto, il superenalotto, le scommesse sportive, ecc).
Un coinvolgimento massiccio della famiglia che subisce (o condivide in maniera problematica) il disagio attraverso i debiti, al poca presenza familiare, spesso l’irritabilità del giocatore.
Una fuga da una realtà verso una dimensione magica in cui il controllo di elementi inafferrabili (la supposta consapevolezza di dominare gli eventi) diviene un fatto concreto.
Una tensione che si trasforma in eccitazione man mano che la posta in gioco aumenta, coinvolgendo in maniera assoluta le emozioni del giocatore d’azzardo.
Questi sono gli elementi fondamentali che abbiamo rintracciato e che contraddistinguono un giocatore d’azzardo patologico da un giocatore che riesce a controllare la propria attività (“giocatore sociale”).
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